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Alimenti istamino-liberatori

Di : | Commenti disabilitati su Alimenti istamino-liberatori | On : 19 Novembre 2024 | Categoria : Dieta anallergica, Ingredienti, Istamina, Nutrirsi, Ricette

Chi soffre di allergie od intolleranze alimentari dovrebbe eliminare dalla dieta gli alimenti responsabili della reazione, o quanto meno gli alimenti fortemente sospettati di causarla.

Le allergie IgE mediate posso portare allo shock anafilattico, per cui è necessario rivolgersi al proprio allergologo ed evitare gli alimenti che causano la reazione.

Le intolleranze alimentari possono manifestarsi in periodi di stress intestinale o dell’intero organismo, a seguito della somministrazione di alcuni farmaci piuttosto che per aver contratto virus particolarmente debilitanti.

Esistono cibi ricchi di istamina ed altri che, una volta ingeriti, inducono la liberazione di istamina da parte del corpo umano. Nel caso di particolari stati infiammatori od intolleranze alimentari sarebbe utile limitare od evitare queste categorie di alimenti, in modo da non aggravare o provocare ulteriori reazioni da parte dell’organismo.

Tra gli alimenti istamino-liberatori si annoverano: i molluschi, le fragole, i pomodori crudi, il cacao, la cioccolata, il caffè, le noci, le nocciole, le mandorle, le arachidi, le lenticchie, le fave, l’alcol e le uova di gallina, in particolar modo l’albume. Le uova di gallina possono essere sostituite con le uova di quaglia, ove tollerate.

Tra gli alimenti ricchi di istamina troviamo: i crostacei, i frutti di mare, le uova di pesce, il tonno, le alici, le sardine, il salmone, gli insaccati di maiale, le salsicce, il salame e la mortadella, i crauti e le bevande fermentate come il vino e la birra, i formaggi fermentati come il brie ed il gorgonzola. Ove tollerati, possono essere consumati: lo yogurt naturale, il pecorino ed i formaggi a lunga stagionatura come il parmigiano reggiano, in quanto “pre-digeriti” da enzimi e batteri.

Se non si hanno allergie IgE mediate, non bisogna rinunciare a questi alimenti per il resto della vita, ma ridurne il consumo nel periodo di maggiore infiammazione dell’organismo può essere d’aiuto.